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IL RICORDO DI UN UOMO

  • Ilaria Ganvi
  • 18 ago 2015
  • Tempo di lettura: 3 min

l 12 aprile si è tenuta in sala consiliare la presentazione del progetto dell'ANPI (ASSOCIAZIONE NAZIONALE PARTIGIANI D'ITALIA) per celebrare il 70° anno dalla liberazione d'Italia da parte dei partigiani. Questo progetto consiste nella pubblicazione delle memorie del nostro concittadino Aurelio Polgatti, diretto testimone della resistenza Partigiana nel nostro paese e in tutta Italia. Dopo questo breve paragrafo mi permetto di raccontarvi come io, una ventenne qualunque, ho percepito questo racconto, le lacrime commosse e la determinazione di un uomo che sapeva e sa ancora oggi cosa significhi la parola “Libertà”. "Ero la più giovane in sala, circondata da teste grigie, da uomini e donne legati non solo dall'età, ma soprattutto da ideali che io e i giovani della mia generazione stentiamo a comprendere. Mi sentivo partecipe di qualcosa tremendamente più grande di me, i ricordi vividi e tutt'oggi dolorosi, di una persona che non aveva paura di raccontare, che non voleva che noi dimenticassimo o che ripetessimo gli errori abato 14 Marzo il Caporal Maggiore Alberto Reale, cittadino Zeasco, ha ricevuto l’attestato del ministero della Difesa per la Pace. Alberto, 38 anni, una figlia e un figlio presto in arrivo, si è trasferito a Zelo Buon Persico nel 2008. L’artigliere, oggi in forza nella polizia di Stato a Milano, ha già ricevuto la croce commemorativa per il servizio svolto dal 8 ottobre del 1999 al 11 novembre del 1999, quindi dal 29 giugno del 2000 al 8 novembre dello stesso anno, nell’ambito della risoluzione Onu 1244/99 a favore della pacificazione nella ex Jugoslavia. Alberto è stato premiato nell’aula consiliare ed erano presenti alla cerimonia le associazioni dell’Arma, e la rappresentanza dei carabinieri. Gli è stata consegnata dal sindaco Angelo Madonini la pergamena a riconoscimento del ruolo svolto nella missione in Kosovo. «Ci onoriamo di avere tra di noi un concittadino che ha reso lustro al nostro paese e alla nostra nazione - ha commentato il sindaco -. Voglio sottolineare l’impegno che l’Italia ha profuso in Libano, Siria, Mar Rosso e in tanti luoghi, sempre con l’unico intento di pacificazione.In questi giorni abbiamo avuto comunicazione dal ministero della Difesa dell’attestato da conferire al caporal maggiore Reale e abbiamo voluto conferirlo con questo cerimoniale». del passato in questa società che lui e i suoi compagni avevano tanto faticato a ricostruire. Il Sig. Aurelio raccontava di come la sua vita fosse cambiata durante la guerra, del suo posto di lavoro nella fabbrica militarizzata Caproni, che produceva aeroplani, della resistenza organizzata a Zelo, dell'anno passato in carcere senza un vero motivo e del ritorno tanto desiderato alla vita normale.Ciò che vedevo guardando il Sig. Polgatti era una forza di volontà incrollabile, vedevo quello che dovrebbero essere le persone che ci governano, vedevo un esempio, un vero esempio di sacrificio e devozione verso il proprio paese. Ero sorpresa e commossa. Io sono cresciuta in un mondo libero e in quel momento, mentre ascoltavo Aurelio parlare, me ne resi conto. Per qualche strano motivo sentivo di voler condividere la mia presa di coscienza, ma guardandomi attorno, mi resi conto che di giovani, non ve n'era traccia. Non mi capacitavo del perché nessuno si fosse interessato a sentire una testimonianza di tale valore, ma poi ricordai che solo a pochi interessa veramente la storia o come si possa I S cambiarla." Avevo una grande domanda in testa, ma non trovavo e ancora oggi non ho trovato una risposta, decido quindi di porla a voi concittadini Zelaschi e a questa domanda vorrei avere delle risposte. "Come abbiamo fatt o a dimenticare i sacrifici di questi uomini, i valori che misero nella loro rivolta e arrivare dove siamo ora? " Vi esorto per la prima volta, ma forse non ultima, a rispondermi, a instaurare un dialogo perché quello che vedo intorno a me, è un mondo sempre più egoista e corrotto, un mondo in cui dire “Buongiorno” al mattino è diventato un reato; un mondo in cui, se si vede qualcosa di ingiusto, non ci si erge più in difesa degli altri, ma ci si gira dall'altra parte. Ho sempre sentito dire il motto "Chi si fa i fatti suoi campa 100 anni" ma in questi ultimi tempi non vi sembra che più di un motto sia diventato una legge non scritta?

p.s. la mail a cui inviare le vostre riflessioni é vivizelo.info@gmail.com e con il vostro permesso saranno poi pubblicate nel prossimo numero del giornale.


 
 
 

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