ADDA UN FIUME… DI OPPORTUNITÀ
- G.Paolo Lizzi
- 26 mar 2016
- Tempo di lettura: 4 min

Adda nasce dal Monte del Ferro nelle Alpi Retiche. Dopo aver disceso la Valle di Fraele giunge nel comune di Bormio, ove raccoglie le acque del torrente Frodolfo, prosegue lambendo anche la parte sud della città di Sondrio attraversando l'intera Valtellina, successivamente si immette presso Colico (Lecco) nel lago di Como. Le sue acque, dopo aver alimentato questo bacino lacustre, escono come suo emissario dall'estremità meridionale del Lario, nei pressi di Lecco, dove formano i piccoli bacini naturali di Garlate e di Olginate, prima di questi si incontra una piccola isola fluviale denominata Viscontea. Dopo aver attraversato il territorio del Meratese si dirige quindi verso Sud ricevendo il fiume Brembo presso Canonica d'Adda (Bergamo). Nei dintorni di Cassano d'Adda (Milano) sbocca nella Pianura Padana e versa la maggior parte delle proprie acque nel canale della Muzza, che riacquisterà a Castiglione d'Adda (Lodi). Da Cassano piega in direzione Sud-Est e perde altre acque in favore del canale Vacchelli a Merlino (Lodi), passa nel nostro territorio quindi attraversa la città di Lodi, per poi accogliere le acque del fiume Serio presso Montodine (Cremona). Subito dopo attraversa Pizzighettone (CR) e confluisce nel fiume Po presso Castelnuovo Bocca d'Adda (Lodi) a circa 36 m s.l.m., tra Piacenza e Cremona. Questo è come si presenta il fiume Adda, con le sue peculiarità, ricco di storia ed opportunità. L'estate in riva al fiume Adda è vissuto da tanti cittadini che non hanno voluto o potuto raggiungere mete più lontane. Lungo i chilometri di riva il paesaggio cambia in continuazione, offrendo una discreta varietà di spiagge, punti di ristoro, prati per pic-nic e grigliate. Podisti e amanti della mountain-bike animano sentieri e piste sul lungofiume, mentre le famiglie preferiscono prati e spiagge per il divertimento dei più piccoli. A Brivio lungo l'imbarcadero si pesca, così come a Imbersago e presso la centrale idroelettrica Bertini di Porto d'Adda. In molti comuni è stato fatto divieto di balneazione, anche per le molte disgrazie accadute, ma spesso queste ordinanze vengono ignorate, specie durante i week-end, quando la zona delle "piscinette" si affolla di bagnanti. Molti ragazzi, come ogni anno, anche con il divieto vanno ugualmente al fiume a fare il bagno; ma non soltanto i giovani, anche gli adulti. Sono italiani e stranieri ed utilizzano tutti i mezzi per trovare un po’ di refrigerio durante le giornate afose delle estati di pianura. Alcune aree sono state messe in sicurezza, come i tre bacini artificiali costruiti dai cittadini di Porto d’Adda e sono diventate vere attrazioni per bambini, e molto apprezzate dalle madri che vedono giocare i loro pargoli. Ma anche i ciclisti spesso fanno tappa per un bagno ristoratore nell'acqua proveniente dalla sorgiva della Rocchetta. Acqua che non raggiunge i venti gradi. Anche nella zona di Vimercate vengono sfruttate le opportunità che il fiume offre, così, anche se non c’è bagnasciuga, non ci sono spiagge dorate o placidi paesaggi lacustri, anche il Vimercatese ha i suoi angoli di paradiso, adatti per passare le calde giornate estive attorniati dalla natura e con il rumore dell’acqua in sottofondo. L’Adda è uno dei posti più frequentati, freschi e amati dai residenti della zona per passeggiate, giri in bici, pomeriggi in riva al fiume. E anche, per alcuni, per qualche bagno dentro le acque fluviali. Alcune si sono conquistate come suffisso «beach», che fa molto Miami e anche un po’ sorridere. Altre hanno subito una connotazione socioeconomica affettuosa, «dei poveri», per ricordare che si affacciano su un mare a chilometro zero: cioè, il fiume. Sono tornate sulla cresta dell'onda, le spiagge fluviali. Con la crisi le frequenta anche chi per un po’ le aveva snobbate: una full immersion negli anni '70. Unica differenza, a parte la composizione multietnica, sono i divieti. Chiaramente la balneabilità è caldamente sconsigliata: alcuni tratti sono off limits dal 1976, quando la normativa europea fissò parametri igienico sanitari per tutelare la salute dei bagnanti. Il veto è tuttora in vigore, ma i valori stanno sempre più migliorando. E soprattutto il veto, dove c'è, nonostante i pericoli, viene regolarmente infranto: il fascino rustico dei luoghi fa il paio con gare di tuffi, immersioni, battaglie di spruzzi, tutto questo, ovviamente, per le località dove si utilizzano le opportunità che un fiume come l’Adda può offrire. Nell’area zelasca, il fiume, attraverso il corso del tempo, ha creato diverse aree oasi, con zone relax e spiagge naturali che non tutti conoscono, aree in cui si potrebbero realizzare, con gli adeguati permessi, lidi fluviali in cui trovare zone di ristoro, chioschi ed aree pic-nic con annessi circuiti campestri dove passare in piena libertà giornate di vero relax a contatto con la natura. Ci si potrebbe accedere percorrendo la pista ciclabile del parco d’Adda oltre il ponte di Bisnate, ma per noi zelaschi sarebbe un vero suicidio pensare di attraversare il ponte Adda sulla paullese con le auto che sfrecciano ad alta velocità a qualche decina di centimetri dalle ruote della nostra bicicletta ed allora a noi che abitiamo in un luogo lambito da un fiume bellissimo, resta solo l’invidia di guardare gli altri che hanno fatto un passo in più per poter dare ai propri cittadini un beneficio enorme.
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