IL SISTEMA DI MOBILITÀ LENTA
- G.P. Lizzi
- 26 mar 2016
- Tempo di lettura: 3 min

E' arrivato il momento di fare un salto di qualità gettando le basi per una vera rete di piste ciclabili anche a Zelo. Nel Lodigiano esistono diverse piste ciclabili, con percorsi cicloturistici, tutte collegate a Zelo attraverso l’unico percorso che porta a Montanaso/Lodi per poi connettersi con la rete ciclo-pedonale regionale. Un collo di bottiglia che ci preclude nelle iniziative che vanno verso il lato del Cremonese o sulle sponde dell’Adda, se non attraverso il passaggio suicida che un ciclista deve affrontare sul ponte dell’Adda. Lodi ha già avviato un progetto di sviluppo ed ampliamento della rete ciclopedonale del capoluogo: il percorso della “Lodi universitaria”, il viaggio verso il fiume Lambro, il tragitto regionale sull’Adda, il colatore Muzza, l’Adda e i suoi argini. Ecco, tutta una serie di percorsi in cui Zelo risulta mal collegata. L’amministrazione di Lodi ha partecipato a un bando regionale per ottenere le risorse per la realizzazione delle nuove piste ciclabili. Il Lodigiano si presenta come luogo ideale per chi desidera pedalare con facilità. Anche la Provincia di Lodi ha costruito una rete ciclopedonale così capillarmente ramificata sul territorio da rendere quello della mobilità dolce un vero e proprio “sistema ciclabile integrato” in grado di fornire una valida alternativa, ma anche un supporto a tutti gli altri mezzi di trasporto. Ad oggi lo sviluppo della rete ciclabile supera i 500 chilometri di estensione. Il Lodigiano può essere considerato una sorta di modello per il cosiddetto “turismo lento”, grazie all’armoniosità di un territorio pianeggiante e grazie ad un vasto patrimonio paesaggistico, artistico, enogastronomico e naturalistico, caratterizzato dalla presenza di corsi d’acqua, zone golenali popolate da una flora e una fauna che garantiscono nicchie di biodiversità, grazie infine anche ad una buona accessibilità sia in termini di interscambio modale, con il ferro, la gomma, e il natante, sia per i collegamenti diretti ed immediati con le reti ciclabili di tutte le Province limitrofe. Ma allora perché Zelo non deve poter usufruire di quello che rappresenta un’opportunità per il futuro dei cittadini, perché le sponde dell’Adda che vertono sul territorio zelasco non possono essere utilizzate, perché ancora oggi non si crede in un sistema di mobilità alternativa come stanno facendo anche i paesi confinanti come Paullo e Spino d’Adda? Ci sono località in cui il territorio non è proprio dei più indicati per un sistema di percorsi ciclopedonali o a mobilità lenta, eppure quelle amministrazioni investono molto per quel tipo di attività, basti pensare a località della Brianza o della Bergamasca tanto per capirci. Le difficoltà che si incontrano sono del tipo esclusivamente economico, ma come fare per reperire fondi per portare avanti progetti così importanti per la cittadinanza? Nel territorio delle quattro province del Sistema Turistico Po di Lombardia, Pavia, Lodi, Cremona e Mantova, è presente una fitta rete di itinerari ciclabili. Sono 2000 chilometri di percorsi interamente pianeggianti e lontani dal traffico, su strade campestri, viabilità secondaria e piste ciclabili. La rete offre ampie possibilità di escursioni, dagli itinerari ad anello di pochi chilometri a grandi tour di più giorniZelo, in quanto località rurale, ha nel proprio territorio una miriade di strade cosiddette bianche o vicinali, potenzialmente fruibili dal sistema della mobilità lenta, ma purtroppo queste strade vicinali vengono spesso sbarrate e non utilizzabili senza commettere un piccolo peccato veniale, lo scavalco delle barriere. Vengono utilizzate esclusivamente per gli spostamenti dei mezzi agricoli, per cui non pericolosi e perfettamente funzionali per le attività ciclo-pedonali. E allora anche qui ritorniamo sulla nostra area fluviale gestita dal parco Adda, la quale promuove attività di sviluppo della rete ciclo pedonale ma che non siamo in grado di cogliere come opportunità per il futuro e per la cittadinanza. Ormai ci sono siti che testimoniano ciò che il giornale vuole esprimere attraverso questo articolo. Per saperne di più visita il sito www.bicilodi.movimentolento.it, oppure www.lecicloviedelpo.it
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